sabato 28 giugno 2014

Il fenomeno del run to work


Negli Stati Uniti è già un fenomeno di costume, a Londra è un movimento che sta prendendo piede in questi ultimi mesi, con la nascita di comunità web di veri e propri adepti. È la moda del Run to work, ovvero l'abitudine di raggiungere il proprio luogo di lavoro correndo.

Alzi la mano chi non ha mai maledetto mezzi pubblici sovraffollati o spesso in ritardo, code in automobile e mancanza di parcheggio, scioperi selvaggi e traffico in tilt. Decidere di affidarsi esclusivamente alle proprie gambe per raggiungere l'ufficio può essere una pratica dai molteplici vantaggi, svincolata da orari, economica e salutare.

Per farsi un'idea di questa nuova tendenza di costume, basta visitare i siti più popolari nati intorno al fenomeno. Dallo statunitense The run commuter a run2work.com, il portabandiera britannico del fenomeno, che ha addirittura lanciato una petizione per detassare l'acquisto di attrezzatura sportiva funzionale a correre al lavoro sulla scia di quanto fatto in Gran Bretagna a favore del cycling to work, l'andare al lavoro in bicicletta. In questo modo, si legge sulla webpage del sito, si potrebbe incentivare un numero crescente di persone ad abbracciare questa pratica che, avendo ripercussioni positive sulla salute, ridurrebbe anche i costi legati al sistema sanitario. Sempre dal sito, è partita l'idea di istituire delle giornate dedicate, il run2workday. Il prossimo cadrà giovedì 3 luglio.

Incuriosita e affascinata da questo trend, ho deciso di fare una prova nel fine settimana, per valutare i pro e i contro e scegliere se abbandonare la bicicletta a favore della corsa.

Diciamo innanzitutto che da casa mia al lavoro ci sono appena 3 chilometri, una distanza che, di per sé, non permette di fare un grande allenamento. Ma, per percorrerla, ci ho impiegato molto meno che affidandomi a un doppio mezzo pubblico e, incredibilmente, lo stesso tempo che impiego in bicicletta tra il traffico. Quindi, da questo punto di vista, bilancio più che positivo.

Le condizioni in cui sono arrivata però, nonostante il clima non caldissimo per essere quasi luglio, sono pessime. Anche dopo 3 chilometri è indispensabile farsi una doccia. Ma chi ha in ufficio una doccia? Io c'è l'ho ma è fruibile solo a ora di pranzo. E il cambio? Correre con uno zaino di vestiti sulle spalle non è il massimo, bisognerebbe quindi portarsi qualcosa da lasciare al lavoro la sera prima. Non troppo pratico, soprattutto d'inverno quando il peso degli abiti è maggiore.

Per quanto mi riguarda bilancio a chiaro scuri. Mi permetto però di lanciare una proposta. Perché non privilegiare il run to home? Gli abiti da running sono leggerissimi, sempre di più lo sono anche le scarpe. Credo sia molto più pratico portarsi l'attrezzatura da running la mattina in ufficio e lasciare i vestiti al lavoro la sera.
Volete mettere la meraviglia di arrivare a casa già allenati e potersi rilassare a fine giornata?
Io una prova la faccio.
Chissà che anche questo non diventi un nuovo trend.