venerdì 21 novembre 2014

Dieci suggerimenti per correre d'inverno



Due look della Winter running collection di Asics


L’inverno è alle porte ma nemmeno la neve mi toglierà il piacere di correre all’aperto. Per molti adepti del jogging, infatti, nulla può eguagliare la corsa su strada, anche se il tapis roulant rimane un’ottima alternativa nel caso in cui si sia impossibilitati a uscire. Nella mia breve esperienza di runner, però, sono state davvero rare volte in cui non ho proprio potuto optare per un’uscita all’aria aperta. In tutte le altre giornate invernali, anche le più fredde, ho sperimentato che è sufficiente adottare gli accorgimenti del caso per evitare di finire vittima dei malanni di stagione. Ecco perché vorrei condividere il mio piccolo vademecum per correre anche con il freddo più estremo (persino in Islanda!).

Trovare la giusta motivazione. Lo so, è difficile svegliarsi e decidere di passare dal tepore delle proprie coperte al gelo mattutino o tornare dal lavoro e pensare di allacciare le scarpette in tarda serata. Il segreto è porsi dei traguardi da raggiungere, magari fissare l’appuntamento con una delle tante gare primaverili in calendario ed allenarsi per questa. C’è solo l’imbarazzo della scelta.

Proteggere mani e piedi. Le estremità sono quelle che, in genere, soffrono di più. Usare perciò dei guanti di pile e delle scarpe impermeabili, da trail se si corre negli sterrati.

Vestirsi adeguatamente. Ormai i marchi sportivi offrono una selezione ricchissima di capi tecnici per l’inverno, capaci di mantenere la temperatura del corpo costante (nella foto, la campagna per la Asics winter run collection scattata sulla costa sud dell’Islanda da Derrick Santini). C’è solo l’imbarazzo della scelta. Un segreto? Vestirsi come se ci fossero 10 gradi in più e percepire un po’ di freddo quando si comincia a correre.

Coprirsi la testa. La testa è il punto del corpo umano con la maggiore dispersione di calore. Quando ci si avvicina agli 0° è sempre bene tenerla al caldo.

Farsi vedere. Il buio è pericoloso per i runner, che devono sempre fare in modo di essere visibili dalle automobili. Esistono sul mercato dei fantastici total look catarifrangenti, perfetti per segnalare la propria presenza sulla strada con un flash di luce.

Riscaldare i muscoli prima di correre. Se è comunque una buona regola eseguire qualche esercizio di riscaldamento, lo è ancora di più quando fuori fa freddo.

Fare attenzione al vento. Correre controvento non è un toccasana, soprattutto se si è sudati. Meglio, quindi, cambiare spesso direzione per evitare malanni.

Mettere in conto la pioggia. Come dicono gli inglesi, “If it rains, you get wet”. Ecco questa è la giusta filosofia con la quale approcciare la corsa d’inverno.

Considerare l’ipotesi di fare meno km del previsto. Non si sa mai quanto possa essere brutta una strada dopo una nevicata o quanto fango possa formarsi dopo la pioggia. Non abbattersi perciò se costretti a fare marcia indietro prima del previsto. Succede anche ai migliori.

Tornare subito al caldo. Niente stretching all’aria aperta. Appena finito di correre, gustatevi il piacere di una doccia calda e la soddisfazione di dire: “anche oggi ce l’ho fatta!”.

Sopra, e sotto, altri due look Asics winter collection

lunedì 3 novembre 2014

Perché non vogliamo più avere paura



Ho sempre parlato della corsa come di un momento di gioia. La gioia di liberare la mente, di fare qualcosa per il proprio corpo, di condividere un momento di felicità con altre persone, spesso con altre donne. Oggi mi ritrovo a scrivere della corsa con una stretta al cuore, con un nodo di rabbia alla gola, con la voglia di gridare a squarciagola contro chi ha usato la violenza contro una donna, Irene, una 40enne che, come me, ama correre e che lo scorso mercoledì è stata aggredita da quattro uomini a Milano, lungo il Naviglio, in pieno giorno. 

Mentre si riposava, mentre beveva un sorso d'acqua alla fontanella del parco dell'ex area Pozzi, quattro mostri l'hanno fermata, sfregiata e, fortunatamente, si sono trattenuti dall'abusare di lei. È difficile tradurre in parole i sentimenti che sto provando in questo momento. Immagino siano gli stessi nutriti dalle tante persone, che hanno letto questa notizia di cronaca. 

I miei famigliari e gli amici mi hanno subito detto di stare attenta, di andare piuttosto in palestra, di non correre più da sola. Hanno ragione, mi vogliono bene e desiderano che non mi accada nulla. Darò loro ascolto, starò molto più attenta di quanto non lo fossi stata prima. Ciò non toglie però che proprio non riesco a trattenermi dal riflettere sul perché dobbiamo essere, ancora una volta, limitate nella nostra libertà. Di essere donne, di correre all'aperto senza avere il terrore di essere violate anche in un atto così puro come è lo sport. E avere paura perché siamo fragili e indifese. Troppe domande per una società che si reputa evoluta e rispettosa come la nostra. Ma questa volta proprio non vogliamo restare a guardare o ad aspettare che qualcosa riaccada.

Domenica prossima, alle 12, ci ritroveremo alla Canottieri Milano, lungo il Naviglio, per ripercorrere a piedi, di corsa o in bicicletta, i passi di questa donna e fermarci a bere alla stessa fontanella del parco. Per dire basta alla violenza, per dire che non vogliamo più avere paura. Né qui né altrove. (tutte le info qui https://www.facebook.com/events/1652455274980758/?pnref=lhc.recent)