mercoledì 22 gennaio 2014

Aspettando la primavera




Ci sono alcune situazioni che mi fanno emozionare a tal punto da farmi tremare le gambe. E non mi riferisco a quando mi sono sprovvedutamente voltata indietro sulla piramide di Cobà, in Messico, con il risultato che poi sono dovuta scendere strisciando a quattro zampe fino all’ultimo scalino.
Una di queste situazioni è la sfilata di Chanel. Il martedì mattina, penultimo giorno della settimana del prêt-à-porter di Parigi, non penso ad altro. Inizio a rompere le scatole a tutti almeno due ore prima dello show, perché ho paura di arrivare tardi (dall’hotel bastano 15 minuti di macchina). Mi ritrovo a fantasticare su quale sarà l’allestimento colossale del Grand Palais. Una volta a riempire la scena era un iceberg gigantesco arrivato direttamente dall’Artico, una volta erano delle pale eoliche, una volta decine di opere d’arte create ad hoc…  


Le opere d'arte create ad hoc per la sfilata di Chanel primavera-estate 2014
 
Poi arrivo lì e resto incantata come una bambina davanti a un nuovo giocattolo. Sogno ad ogni singola uscita e aspetto il grande finale con quel mostro sacro di Karl Lagerfeld.
Questa volta, per la couture primavera-estate 2014, Chanel ha fatto sfilare le modelle con delle sneakers, indossate anche con l'abito da sera.
Ha fatto addirittura e
ntrare in scena le mannequins correndo giù da una scalinata. Cosa chiedere di più? L'idea di Lagerfeld era che le ragazze avessero un'attitudine disinvolta, spontanea e non posata come negli show della couture di un tempo. Il risultato mediatico è stato eccezionale.Alla fine, nulla di nuovo.
Negli anni 80, le donne a Manhattan andavano in ufficio in scarpe da ginnastica e tailleur (con uno stiletto poi nella borsa). Però c'è da dire che questo trend sdoganato da Lagerfeld fa una certa impressione.






Un’altra situazione da tremarella e sovra-eccitazione per me è la partenza delle gare di corsa. Salto, mi rigiro, fremo, mi guardo intorno come un’ossessa. Questo effetto collaterale mi è capitato in particolare l’anno scorso alla We own the night, la corsa al femminile organizzata da Nike: 10 km che non mi dimenticherò mai.
Era venerdì sera, sono fuggita dalla redazione in calzoncini, dopo essermi cambiata in bagno, cercando di evitare incontri imbarazzanti, e mi sono ritrovata in un attimo in mezzo a 4mila donne runner.
Eravamo bellissime, tutte vestite con una T-shirt arancione pop. C’erano alcune amiche che correvamo con me. Un’altra che mi aspettava all’arrivo. Ho divorato la strada tutta d’un fiato, in mezzo alla musica, in uno dei percorsi più originali e speciali di qualsiasi altra gara milanese che abbia fatto. Parlavo con altre donne che non conoscevo e che hanno condiviso con me questa “avventura”, raccoglievo il tifo delle persone, osservavo una Milano diversa, speciale… Per giorni ne ho parlato e per giorni ho pensato di aver scelto di praticare lo sport più favoloso del mondo.

Distrutta e felice all'arrivo della scorsa edizione di We own the night


E’ il 2014, maggio si avvicina e questa volta si rifà. La sera del 30 sarò ancora lì, ad aspettare lo sparo del via tra mille coriandoli, sperando di avere intorno a me ancora più compagne d'avventura.
Lunedì sera sono andata alla presentazione dell’evento e ho conosciuto altre donne runner fantastiche, che non si fermano di fronte a nulla e sono piene di passione come me. Spero di poter condividere anche con loro questa corsa dopo il tramonto.
We own the night, avete capito donne? E che i maschietti non si lamentino per par condicio. Organizzatevela anche voi una garetta tutta al maschile se ci riuscite. Tanto non sarete mai belli come noi fanciulle!


Io ed Elisabetta siamo pronte a iniziare il nostro training per We own the night 2014


Per chi volesse fare un training completo, Nike organizza delle sessioni di allenamento gratuito nello store di piazza Gae Aulenti a Milano e al Nike store di via Cola di Rienzo a Roma. A Milano, tutti i lunedì sera, l’appuntamento è alle 19 con il Nike training club per riscaldamento e tonificazione muscolare. Le corse con il gruppo dei Red snakes Milano sono ogni martedì e giovedì alle 19 con ritrovo sempre allo store. Un modo speciale per prepararsi all’appuntamento clou di questa primavera.
http://www.nike.com/it/it_it/c/running/we-own-the-night&cp=EUNS_KW_IT_*Events 

giovedì 16 gennaio 2014

Questa casa non è un armadio



Sono rovinata. Anche Riccardo Tisci, lo stilista di Givenchy (nella foto sopra), si è messo a fare una collezione con Nike e il rischio che i miei armadi implodano è ormai altissimo. Prima c’erano “solo” abiti, cappotti, pantaloni, maglioni, cappelli, guanti, sciarpe, lingerie… Ora ci sono anche pantaloni tecnici per tutte le stagioni, giacche idrorepellenti, felpe termiche, cappelli e guanti in pile, scaldacollo e intimo sportivo. Così come prima c’erano “solo” scarpe di tutte le fogge, ora ci sono anche scarpe da running, anche loro di tutte le fogge. 
La soluzione è evidentemente comprare altri armadi e disporli come una barricata in ogni metro quadrato di stanza disponibile per farci una casa armadio (altro che la cabina). Ma le stanze papabili sono poche e, ogni tanto, penso che potrei mettere un armadio al posto del frigorifero in cucina, unico ambiente rimasto ancora vergine. O potrei addirittura cambiare casa. Ma lo spazio non sarà mai abbastanza, lo dice sempre mia madre. Forse dovrei noleggiare un box di storage come si fa in America? Che poi magari qualcuno se lo compra all’asta, come in un programma che ho visto su qualche canale digitale...

Fino a qualche anno fa ero un’anima pura. Nemmeno sapevo cosa fosse una maglia termica e guardavo con sdegno mio marito che accumulava pantaloncini da ciclista, gilet windstopper, T-shirt di gare e persino una muta da triathlon. Oggi non so chi abbia più abbigliamento sportivo tra i due…

Però credo che disporre di un'ampia scelta per vestirsi in qualsiasi occasione sia una tara genetica di noi donne. E’ vero che non proprio tutti i giorni esco a fare le mie sessioni di allenamento vestita decentemente, anzi… Soprattutto d’inverno sono un mélange di colori indescrivibile. Sto cercando al momento di orientarmi sul nero e sul rosa/viola. Ma la mia amica Vera a Natale mi ha regalato un top turchese, quindi penso che dovrò comprarmi qualcosa di turchese per l’estate…

Da Tisci mi aspetto una collezione strong e total black. Se mi rifà la felpa con il bambi per correre, giuro che la compro all’istante. Già la T-shirt che indossa lui nell’immagine di lancio della collaborazione è imperdibile. Qualcosa di Nike + R.T. lo devo avere. Arriverà a primavera. E io sono già qui che affilo gli artigli e scaldo la carta di credito.  

Ecco una carrellata di look di Givenchy by Tisci che secondo me sono magnifici.
Adatti però per il dopo corsa

La famosa felpa bambi della fall 2013

Un look della pre-fall 2014
Un altro look della pre-fall 2014

Le pantere nere della fall 2011





venerdì 3 gennaio 2014

Natale allo zenzero


Le finestre del nostro loft a Tribeca



Metti dieci giorni a Manhattan con una coppia di amici pronti a tutto. Metti un loft pazzesco affittato nel cuore di Tribeca. Metti dieci giorni di pranzi e cene nei ristoranti più cool della città con lotte alla prenotazione dell’ultimo tavolo. Metti uno shopping selvaggio con i saldi iniziati già il 26 dicembre. Metti un Santo Stefano a vedere lo Schiaccianoci del New york city ballet con le coreografie di George Balanchine, una puntata noir al McKittrick hotel per Sleep no more e le anteprime cinematografiche di American Hustle e di The wolf of wall street allo Ziegfeld theatre. Metti la ricerca di una chiesa per la messa di mezzanotte finita con il trovare una cerimonia speciale e raccolta nella cappella memoriale di Ground zero. Metti il gospel fuffa ad Harlem, prigionieri della chiesa di Zion intonando “I’m gonna be iron like a lion in Zion” e l’esplorazione di Brooklyn da Dumbo a Williamsbourg, con puntata a sorpresa nel ghetto. Metti la spesa di Natale da Dean & De Luca alla ricerca delle vongole Cockles, di code di aragosta e di caviale, anzi no, uova di lompo che la carta di credito stava esplodendo…. E i cocktail della Boom boom room bevuti dai boys mentre le girls erano rinchiuse in un camerino di Victoria’s secret a provare tutta la collezione del winter fashion show.
Dieci giorni di follie goderecce, condite da un ingrediente per me ormai essenziale e salvavita (in tutti i sensi visto le abbuffate di cibo): la corsa.

Ben bardata e pronta per la corsa mattutina
Credo che correre sia decisamente uno dei modi migliori per esplorare le città. Questa volta la posizione della casa era perfetta per risalire il parco dell’Hudson river. E da qui, vedere sfilare Hoboken e Lackawanna sull’altra riva per pensare a Buddy Valastro, il boss delle torte (noi italiani medi figli della tv e delle televendite); salutare gli altri runners giovani e vecchi, grassi e magri, alti e bassi, tecnici e improvvisati ma tutti motivatissimi e felici. Osservare dal basso le finestre dello Standard sperando che si affacciasse Michael Fassbender…
Inutile dire che l’America è un Paese con un rispetto enorme per lo sport e per la corsa in particolare. Qui la gente coltiva un vero culto per running e jogging. Non mi era mai capitato fino ad ora di vedere un poliziotto fermare il traffico per far passare una coppia che corre (ci è successo sul serio!). Da questo punto di vista menti evolute, senza dubbio, dalle quale abbiamo qualcosa da apprendere.
Come in merito alla filosofia dei saldi. Perché aspettare il 6 di gennaio? Così sono riuscita a riempire la valigia di nuovi outfit da runner e a convincere i miei amici a comprarsi le scarpette per andare a correre insieme. Sono una vera motivatrice, che nessuno lo metta in dubbio.
E poi, finita la corsa, tutti a farsi una tisana allo zenzero, il vero must di queste vacanze.
Perché, come dice Elio:

Per fare una canzone di Natale non basta un argomento natalizio
ma occorre un ingrediente più speciale: lo zenzero”.
Evviva “la pianta che proviene dall’oriente il cui rizoma è usato come eupeptico” e tanti auguri per un  2014 allo zenzero a tutti.

Ecco i miei tips da runner su Nyc
1)      Il negozio migliore della Nike è quello al Flatiron district. Sulla Fifth avenue troppi turisti, a Soho si trovano prevalentemente capsule di sportswear bellissime ma c'è poca scelta per il running. Il running shop del Flatiron è soprattutto consigliato per chi vuole fare il test della corsa e cambiare le scarpe.
Indirizzo: 156 5th Ave (at W 20th St), New York, NY 10003
2)      Il negozio migliore della Asics è quello al Meatpacking. Anche qui fanno il test della corsa.
Indirizzo:
420 west 14th Street
3)      Occasioni imperdibili da Century 21 downtown. Al quinto piano abbigliamento da running super scontato per donna, al secondo per uomo. Scansate le invasate/gli invasati e afferrate al volo le occasioni
4)      Sempre al Meatpacking hanno aperto un imperdibile Running store sulla 14th Street poco prima di Asics arrivando dall’Eight avenue. Il Super runners shop, nuova location del più vecchio negozio newyorkese dedicato alla corsa. Indirizzo: 346 west 14th street http://www.superrunnersshop.com
5)      Correre lungo l’Hudson è meraviglioso. Provate a fare tutti i moli
6)      Central Park resta una certezza, soprattutto per chi vuole esercitarsi anche in salita e sognare di essere un finisher della Maratona
7)      Meravigliosa è la ciclabile sul ponte di Brooklyn
8)      Sleep no more. Grande scoperta per allenarsi su e giù per le scale di un hotel. Rincorrere i personaggi della piece farà bene al vostro training!

La pista ciclabile sul ponte di Brooklyn

 
La tavola del nostro Natale

L'albero di Natale al Rockfeller center

Dopo averlo visto alla Scala da bambina, da bambina cresciuta non potevo perdere lo Schiaccianoci a New york!












La vista di Manhattan da Brooklyn, come nella Febbre del sabato sera

Il quartiere di Dumbo-Down Under the Manhattan Bridge Overpass


L'Empire in versione natalizia
Grande prova di Leo, film da vedere

Lo Ziegfeld theatre, storico cinema di Manhattan dove le famiglie newyorkesi vanno a vedere i film di Natale

Marc Jacobs è un genio. Catena di montaggio con bonaccione annesso per customizzare cappellini a 20 dollari nello store di Bleecker street (anti-vigilia di Natale)