giovedì 24 aprile 2014

Vorrei correre come Kim Kardashian





Cara Kim, 

da quando ho scoperto che anche tu corri, la mia stima nei tuoi confronti è cresciuta in maniera esponenziale. Già prima avevo costituito un ristretto fan club con M. e S. (non cito i loro nomi per privacy), votato a seguire le tue avventure. Poi, quando casualmente ti vidi dal vivo a Parigi, tu che entravi a una sfilata dandomi le spalle (si fa per dire..) accanto al tuo Kanye, capii che era devozione vera. 

Ma ora c'è qualcosa in più che ci lega: la corsa. Qualcosa che mi porta a eleggerti icona di stile anche nello sport. Per questo cercherò di imitare il tuo look alla prossima gara, promesso. 
Io che sono atermica e non mi concedo un rivolo di sudore nemmeno con 30 gradi, indosserò il tuo stesso panta collant contenitivo nero. Che il nero, si sa, sfina e noi ragazze ne abbiamo sempre bisogno. 
Ci abbinerò sopra un top scollato, proprio come il tuo. Certo, io mi aiuterò con il wonderbra del liceo indossato sopra il push up di Victoria's secret e ci aggiungerò pure della bambagia, concedimelo che la natura è stata parca con me. 
E poi riscoprirò il piacere degli occhiali da vista, non importa se con le lenti finte. Perché gli occhiali da nerd che indossi mentre fai stretching danno subito un tono, bisogna ammetterlo.

Così abbigliata sognerò di correre spensierata sulla spiaggia di Miami insieme alle mie sisters. Sempre più in forma e sempre più fashionrunner.

Grazie Kim per essere la mia musa

(Mi scuso in anticipo per il furto delle foto ma non avevo scelta non potendo immortalare di persona tale e tanta grazia)

Gli occhiali da nerd agevolano nello stretching, non lo sapevate?


 
 
Anche con Heidi Klum come trainer. Cosa volere di più?

lunedì 7 aprile 2014

Milano val bene una staffetta


Un momento della Milano City Marathon



Dicesi staffetta una "variante a squadre di competizioni singolari nella quale, per ogni squadra, compete un singolo atleta alla volta e in successione".
 
Cito Wikipedia per descrivere quella che ufficialmente è la gara a cui ho partecipato ieri nell’ambito della 14esima edizione della Milano City Marathon. Una definizione attinente fino a qui alla mia esperienza. Eravamo una squadra e abbiamo partecipato alle varie tratte singolarmente.

Ma proseguiamo. "Nelle gare di atletica leggera il cambio tra un atleta e un altro avviene tramite il passaggio del testimone, una bacchetta di legno o di materiale plastico che attesta l'avvenuta successione". Ecco che qui già non ci siamo. Nessuno mi aveva detto che il testimone è in realtà un comunissimo chip a braccialetto! Io sognavo un passaggio di testimone da film. Con il terzo staffettista che arriva volando e mi passa la torcia olimpica. Forse troppo complicato per i 2.378 team che hanno corso la Europ Assistance Relay Marathon. Avremmo incendiato Milano più di quanto abbiamo fatto invadendo la città lungo un percorso di 42,195 chilometri!

E ancora. "Essendo la staffetta una gara che coinvolge diversi atleti (solitamente quattro) normalmente abituati alle corse in singolo, essa richiede una preparazione supplementare in termini di affiatamento e sincronismo al fine di minimizzare i tempi cosiddetti morti, nei passaggi di testimone o comunque di scambio". Ho sentito diverse storie che hanno un che di epico. Squadre i cui componenti non si conoscevano o, peggio, di cui non si trovavano i membri la sera prima della gara. Gente che correva cercando con disperazione i suoi compagni lungo tutti i punti di cambio e mitologiche figure che, prese da disperazione, si sono immolate per tre tappe consecutive.
Nella mia squadra, i cambi due e tre sono avvenuti quasi per caso. Io mi stavo sistemando i capelli e rifacendo il trucco quando il terzo staffettista è arrivato. Però c’ero e questo è già un miracolo!

"È difficile misurare esattamente i singoli tempi in una staffetta. Infatti se, per esempio, una squadra corre la 4×400 m in 3'00" non è detto che ciascun corridore abbia corso i propri 400 m in 45 secondi". Ecco ma mi spiegate perché io faccio sempre l’ultima frazione che dovrebbe essere di 8,700 chilometri e ne corro sempre più di 9?

Però, diciamolo, la staffetta è una grande invenzione. 
Perché permette alle persone di vivere l’atmosfera di una vera Maratona con le sue grandi emozioni. 
Perché rinnova lo spirito di squadra, che nella corsa, attività che si svolge singolarmente, spesso viene messo da parte. 
Perché ogni squadra è un mondo a sé, con la sua storia e i suoi divertenti aneddoti. Già formarne una è un’esperienza speciale. 
Perché permette di partecipare a un progetto charity. Nato nel 2010, il Charity Program della Milano City Marathon è infatti un’iniziativa di solidarietà che permette a tutti i runner di correre per un’organizzazione non profit, aiutandola a raccogliere donazioni. E, quest’anno, le associazioni rappresentate erano 133. 

Gli stand delle associazioni presenti


Perché, ultimo ma non ultimo, correre fa bene, al corpo e allo spirito. Ancora meglio se, alla fine, si porta a casa una meritata medaglia! 
Non importa se ad averla uguale siamo in 15 mila. 
Ognuna di essa sarà preziosa e unica, come se conquistata su un podio.

La mia meritata medaglia